Il mondo di Charles e Ray Eames al Barbican.
Non è mai semplice raccontare i classici, soprattutto se si tratta di immagini e oggetti che appartengono a un bagaglio visivo e culturale che è davvero collettivo. Il Barbican Center di Londra sembra riuscire in un’impresa simile, dedicando ai designer americani Charles (1907–1978) e Ray Eames (1912–1988) un’ampia e multiforme retrospettiva che è possibile visitare negli spazi dell’Art Gallery fino al 14 febbraio 2016. In un’accattivante infilata di oggetti, video, progetti e fotografie, la curatrice Catherine Ince — con la preziosa collaborazione della Eames Foundation di Los Angeles e del team di architetti dello studio londinese 6A, responsabile dell’allestimento — ha saputo costruire una narrazione inedita, non solo della carriera, ma dell’inesauribile inventiva che ha animato la creatività della coppia californiana. Non soltanto le celebri sedute sagomate in plastica o legno, dunque, ma un prezioso affondo in uno degli archivi personali e professionali più eclettici del ‘900; in particolare, ampio spazio è dedicato ai progetti non finiti, a quelli di comunicazione e graphic design, a ciascuno dei multiformi aspetti che, dal dopoguerra alla fine degli anni ’70 circa, hanno contribuito a rendere “classiche” le operazioni di Charles e Ray Eames.
I MODELLI E I MATERIALI. L’INVENZIONE DEL FURNITURE DESIGN
I materiali indagati sono sempre diversi, anche se proprio quelli degli esordi evidenziano meglio di altri la sostanza dei loro caratteri aperti, socievoli e pronti ad assorbire ogni suggestione. La fibra di vetro de La Chaise, la celebre chaise longue del 1948, la plastica dell’ormai popolare Eames Eiffel e il legno compresso della sofisticata LCW (Lounge Chair Wood) del 1945 ne costituiscono il segno più evidente, prestandosi a raffigurare simbolicamente un gusto e una visione assolutamente unici. Gli Eames sono i primi, di fatto, a proporre un equilibrio visivo tra la tradizione europea, ancora erede di una progettazione marcatamente razionalista, e le possibilità plastiche offerte dai nuovi materiali sintetici a disposizione dell’industria, progettando sedute iconiche e senza tempo.
LA COMUNICAZIONE COME IL LAVORO
Il disegno industriale, però, non è che una parte della mostra; spostandosi in avanti di qualche anno, il visitatore viene accompagnato a scoprire come per Charles e Ray la progettazione non costituisse esclusivamente una professione, ma un mezzo per dare forma ad altri innumerevoli interessi. Con più di 380 oggetti in mostra, infatti, il Barbican mette per la prima volta a disposizione del pubblico un mondo visivo vasto e suggestivo, da ricostruire idealmente attraverso la splendida collezione di maschere votive messicane e indiane che arredava la loro celebre abitazione californiana, la Case Study House No. 8 (1949). Già nel dopoguerra, poi, la coppia dimostrava di aver intuito la potenza comunicativa delle immagini e alla New York’s Art Fair del 1964/’65 produrrà per IBM il bellissimo film multi-screen Think. Certo, si trattava di una collaborazione più ampia, che prevedeva per l’azienda informatica la progettazione di un’immagine coordinata, a partire dal padiglione che avrebbe dovuto ospitare i suoi prodotti di punta e, tramite i video, raccontare le potenzialità futuribili del computer: l’Ovoid Theater — di cui è presente in mostra un modello in scala — era un progetto architettonico condiviso con Eero Saarinen (1910-1961) e del maestro finlandese, in effetti, tratteneva l’inconfondibile cifra nordica. Ciononostante, proprio per l’approccio totale che ha caratterizzato la collaborazione con IBM, non si sbaglierebbe a considerare questo padiglione (e tutto quello che conteneva) come uno degli esempi più autentici e riusciti del poliedrico lavoro di Charles e Ray Eames.
Elena Tettamanti
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Londra // fino al 14 febbraio 2016
The world of Charles and Ray Eames
a cura di Catherine Ince
Barbican Center Art Gallery, Londra
Silk Street London EC2Y 8DS
http://www.barbican.org.uk/artgallery
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Photo credits:
1. 2. 3. © Eames Office LLC
Gennaio 2016
Elena Tettamanti