La casa infinita. Frederick Kiesler al MoMA.
(articolo originariamente pubblicato su Artribune il 1 novembre 2015)
The Museum of Modern Art di New York fino al 6 marzo 2016. Endless House è un omaggio all’architetto di origini viennesi Frederick Kiesler e l’occasione per fare il punto sul tema della abitazione come spazio in evoluzione, perennemente orientato a incontrare e adattarsi alle rinnovate abitudini di chi la vive.
LA CAVERNA DI KIESLER
Pensata per celebrare il cinquantennale della sua morte, la piccola esposizione al MoMA di New York riesce a proporre al pubblico un singolare accostamento tra mondi estetici diversi ma complementari. Oltre all’ampio spazio dedicato ai progetti più noti di Frederick Kiesler (Cernivci, 1890 – New York, 1965), infatti, il curatore Pedro Gadanho ha ragionato di arte, architettura e teoria architettonica insieme ad oltre sessanta designer, architetti e artisti visivi che, sull’esempio dell’architetto viennese e della sua “casa infinita”, hanno abilmente integrato la multidisciplinarietà nel loro lavoro.
Il percorso si apre con i numerosi disegni di Kiesler per la Endless House che dà il titolo alla mostra; in ciascuno di essi si alternano superfici morbide e pareti curve, avvolte da brevi segni a inchiostro che sottolineano molto bene il senso di movimento impresso alle sue architetture.
A CONFRONTO CON I COLLEGHI
I progetti, facenti parte della collezione del MoMa, raccontano di una figura che per visione e capacità espressive è stata capace di anticipare tanta parte delle tendenze successive. E così, mentre la “casa infinita” assomiglia in maniera forse anche troppo ambigua a una caverna, qualche passo più in là, ci si ritrova a confronto con Mies van der Rohe e con le maquettes della sua raffinata Farnsworth House, una scatola architettonica di vetro che resta una fra le più importanti espressioni dell’International Style avviato dal celebre architetto tedesco.
Le testimonianze audio e video degli architetti Frank Gehry, Peter Eisenman e Rem Koolhaas permettono di approfondire il tema della casa unifamiliare e il legame con Kiesler attraverso interessanti riferimenti alla loro attività professionale. Gehry, in particolare, con la sua Winton Guest House (1983-1987) dimostra di avere assorbito al meglio la lezione dell’architetto viennese, conferendo ai suoi edifici un’analoga predilezione per moduli e spazi irregolari.
SUGGESTIONI D’ARTISTA
Passando da un lato all’altro della sala, si scopre in definitiva che il tema dell’abitazione diventa un espediente non solo per trasmettere messaggi di natura universale, ma soprattutto per sperimentare; ecco, dunque, che trovano spazio anche le declinazioni di artisti visivi come Louise Bourgeois, Bruce Nauman, Mario Merz, Rachel Whiteread e Martha Rosler, ciascuno impegnato a concepire l’abitazione in modo personale e distante da ogni connotazione strettamente architettonica. In tutti questi casi, infatti, la casa non è solo un involucro o un riparo, ma anche un luogo di riflessione in cui poter ridiscutere i ruoli tra i generi e osservare i cambiamenti sociali.
Prima di abbandonare il MoMa per passare alla guida del Museo di Arte, Architettura e Tecnologia di Lisbona, Pedro Gadanho offre ai visitatori newyorchesi un progetto curatoriale valido, capace di innescare uno scambio concreto e profondo tra generazioni e discipline diverse.
Elena Tettamanti
***
New York // fino al 6 marzo 2016
Endless House. Intersections of Art and Architecture
a cura di Pedra Gadanho
MOMA
11 West 53rd Street
+1 (0)212 7089400
www.moma.org
***
Photo credits:
1. Frederick Kiesler, Exterior view of the Endless House model, 1958
The Museum of Modern Art, New York. Architecture & Design Study Center – photo by George Barrows.
2. Ludwig Mies Van Der Rohe, Famsworth House, Plano, Illinois, 1945-51
The Museum of Modern Art, New York.
3. Bruce Nauman, Crossed Stadiums, 1984.
The Museum of Modern Art, New York. Gift of the Lauder Foundation © 2015 Bruce Nauman / Artists Rights Society (ARS), New York.
4. Mario Merz, Untitled, 1988
The Museum of Modern Art, New York.
Novembre 2015
Elena Tettamanti