La struttura dell'opera Dallo spazio totale: componibile in 7 pezzi in contrasto simultaneo di progressioni ritmiche è simile a quella di Dallo spazio totale Totem, 1954-1956, 1965, un lavoro andato distrutto durante l’attentato mafioso del 27 luglio 1993 al PAC-Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, dove si stava allestendo una mostra antologica dell’artista scomparso un anno prima.
I “tralicci” presenti un questa sala, Dal tempo totale: traliccio a rombi progressivi e Dal tempo totale: traliccio a rombi progressivi simultanei, entrambi del 1967, esposti alla XXXIV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1968, si contraddistinguono per una serie di piccole aste di legno dipinte in diversi colori, come il bianco, il rosso e il bianco e nero che si incrociano tra loro a formare delle figure romboidali. In queste opere, così come indicano i loro titoli, subentra il concetto di “tempo totale” i cui presupposti teorici erano stati indicati dall’artista in un testo che si intitola Oltre lo ‘spazio totale’: per un ‘tempo totale’ scritto nel 1966. In quell’occasione Nigro analizza il processo evolutivo del suo linguaggio ponendo in evidenza l’importanza che ora il concetto di ‘tempo’ ha acquistato per lui: “La dimensione spazio, non essendovi più relazione tra la trama e altri punti sulla superficie del supporto e nemmeno con gli stessi limiti di questo, si annulla, mentre acquista valore in assoluto la dimensione tempo”.
La concezione del ‘tempo totale’, come scriverà Carla Lonzi nel 1968, “tende a sottrarre l’individuo al protrarsi della tragedia, ne rivela in qualche modo la natura. Nelle opere del ‘tempo totale’ lo spazio è annullato: visioni prospettiche delimitate entro rombi ideali ed esse stesse formate da tanti rombi tutti diversi e tutti in rapporto geometricamente esatto fra loro, realizzano l’esperienza psichica del tempo (indipendentemente dall’episodio spaziale in cui ciò si avvera) configurandosi visualmente come passaggio tra un principio e una fine”.
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Agostino Osio ©, Milano
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