Eight Art Project
Eight Art Project
Mostra diffusa “Mario Nigro. Opere 1947-1992” - Seconda sala, Palazzo Reale, Milano

In questo genere di lavori si avverte la necessità di andare oltre le questioni di tipo purovisibilistiche e di lasciare spazio a tematiche più espressamente di tipo esistenziale. Perché, come dirà l’artista in un’intervista del 1969, la sua è: “una ricerca estetica come struttura intima dell’uomo”.

Le opere appartenenti a questo ciclo si distinguono per la presenza di uno stesso soggetto, delle fasce costituite da un insieme di rette ortogonali, che si ripete e che crea delle griglie che a loro volta, occupando l’intera superficie pittorica, si incrociano e si intrecciano senza soluzione di continuità.

Si tratta di una costruzione complessa dove il colore viene come parcellizzato dalle righe nere, che affollano la superficie in piccoli tasselli. La serie di questi lavori affronta la spazialità bidimensionale del quadro e porta, quasi in modo parossistico, alla possibilità di andare oltre la visione prospettica tradizionale.

La conoscenza della musica da parte di Nigro fornisce una chiave di lettura per la giusta interpretazione dello “Spazio totale”: “...attraverso l’esempio della costruzione musicale, della sua quadratura, ho indagato sulla essenzialità degli elementi pittorici, nelle loro ripetizioni, variazioni, coincidenze, nelle loro possibilità simultanee. Sono così potuto arrivare alla formulazione, o meglio semplicemente ad accorgermi dell’esistenza di uno 'spazio totale' di cui si può avere sensazione del quadro solo attraverso elementi astratti studiati nelle loro variazioni, nella loro simultaneità, e di riflesso attraverso le concezioni del relativismo scientifico” (Nigro).

Nel 1956 l’Unione Sovietica avvia le manovre militari per l’Invasione dell’Ungheria. Un evento che mette in discussione la coscienza sociale e politica dell’artista e ha un impatto nell’evolversi del suo lavoro. La logica che aveva sotteso la costruzione formale degli “Spazio totale” vacilla e la griglia, che teneva insieme questi lavori, sotto la drammaticità degli eventi, si spezza, creando un reticolato oppressivo, claustrofobico, dalla luminosità fosca, sopraffatta da un colore vorticoso che si affaccia al di sotto di esso e che sembra stia per prendere il sopravvento, come in Tensioni drammatiche, 1956, Senza titolo, 1956 e Senza titolo, 1956.

Produzione
Palazzo Reale, Milano
Museo del Novecento, Milano
Eight Art Project

In collaborazione con
Archivio Mario Nigro

A cura di
Antonella Soldaini ed Elena Tettamanti

Progetto Grafico
LeftLoft

Video
Alto Piano


Crediti per le fotografie

Agostino Osio ©, Milano