Le tele di questi anni, definite da Nigro “strutture fisse con licenza cromatica”, sono tutte caratterizzate dal dialogo tra il “segno-colore” e lo sfondo a campitura monocromatica: se in alcuni casi è un affollamento di tratti tesi e sottili a popolare l’intera superficie - che può essere quadrata, romboidale, triangolare o tonda -, in altri i segni si susseguono prospetticamente uno dopo l’altro.
Altro tema centrale trattato in questa serie di lavori risiede nel sentimento, in particolare l’amore, vissuto sia come pulsione sessuale sia come desiderio romantico. Titoli come Dal tempo totale: le strutture fisse con licenza cromatica: l’armata rossa vincerà, 1969, Progressione di un rosso, 1971, Trilogia dell’amore, 1973 e L’incontro 3, 1972, esposto alla X Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma nel 1973, fanno trasparire, seppure all’interno di un linguaggio che si può definire minimalista, una trama personale, un bisogno di parlare d’amore, da cui Nigro non si allontanerà mai e che anzi rimarrà la sostanza più vera da cui attingere linfa vitale: “Ad un certo punto ho bisogno di cantare, ho bisogno di dipingere, di fare qualcosa; è un riflesso del bisogno di amore che prescinde dalla tragedia o dal dramma come manifesto” (Nigro).
Crediti per le fotografie
Prima foto: Agostino Osio ©, Milano
Seconda foto: Bruno Bani ©, Milano
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