Artista multimediale, Monica Bonvicini si è formata prima a Berlino e poi presso il
California Institute of the Arts (CA) dove è stata studente di Michael Asher, figura chiave
nell’ambito dell’arte Concettuale americana.
Già a partire dalle prime opere, come “I muri 2” (1992) e “Hausfrau Swinging”(1997), risulta in modo evidente come l’interesse dell’artista sia quello di indagare in modo analitico e critico alcuni soggetti, come ad esempio lo spazio e l’architettura, apparentemente neutri, ma che in realtà sottendono complessi rapporti di potere, controllo, identità e gender. Cresciuta da piccola negli anni Settanta in Italia, durante un periodo caratterizzato da eventi politici particolarmente cruenti, Bonvicini ne è rimasta influenzata e ha individuato nel suo operato una funzione strettamente connessa all’ambito sociale. Di conseguenza le sue opere si sviluppano in stretto rapporto con il luogo in cui vengono esposte e con chi si trova ad interagire con loro.
Caratterizzati da un senso di umorismo pungente, i suoi lavori sono costruiti con materiali di tipo industriale, come luci al neon, metallo e vetro, spesso associati a oggetti che rimandano al modo feticista, come corde, cinghie e catene. Nel 2010 l’artista ha installato, presso il porto di Oslo, una grande scultura pubblica galleggiante. Ispirata ai ghiacci di Caspar David Friedrich, l’opera allude agli avventurosi viaggi compiuti in passato nell’Artico, mentre nello stesso tempo rimanda al presente e al tema del surriscaldamento globale.
Photo © Agostino Osio, Alto Piano
Venezia, 1965
Vive e lavora a Berlino
Mostre personali, collettive e progetti
Fondazione Berengo, Venezia (2017); BALTIC Center for Contemporary Art, Newcastle (2016-2017); La TriennaIe Paris, Parigi (2012); Centro de Arte Contemporaneo de Malága, Malaga (2011); The Art Institute of Chicago, Chicago (2009); Palais de Tokyo, Parigi (2002); Biennale di Venezia (2015, 2011, 2005, 2001, 1999); Biennale di Berlino, (2014, 2003, 1998); Biennale di Istanbul (2003).